





Si tratta, quindi, ogni volta si debba compiere l’atto progettuale, calandosi dentro la complessità del paesaggio, inteso nella sua dimensione urbana e rurale, di ricercare attraverso la pratica dello sguardo e appoggiandosi alla materia scabra delle architetture del passato, le tracce di una “struttura arcaica” che ancora persiste, viva e ben impressa, lavorando dentro una certa durezza di misura, con la volontà di far aderire le regole nuove a quelle antiche, rinnovando, anche di fronte alla degradata sensibilità contemporanea, il principio di fusione e di continuità come l’unico possibile.
ISBN 978-88-6764-103-1
Il progetto archeologico, per sua natura stratificato, ci invita ad una lettura trasversale delle vicende che hanno prodotto quell'insieme di architetture sovrapposte, di linguaggi e di tecniche costruttive differenti, di materiali nuovi che si alternano a quelli di reimpiego, ai quali è stato affidato il compito di salvare e ribadire una necessaria continuità materiale dell'opera dell'uomo nel tempo.
Paesaggio frammentato che comunica un senso di eterno e provvisorio insieme.
Il difficile compito di ricostruzione non potrà attuarsi se non attraverso un principio di "trasmissione" dell'antico al nuovo.
Possiamo pensare, allora, di proseguire il nostro delicato lavoro, guardando il paesaggio contemporaneo alla stregua di un'opera collettiva, mai compiuta, sulla quale siamo chiamati ad intervenire, modificandola, senza, tuttavia, completarla.
paesaggio archeologico
ISBN 978-88-9608-042-9
Uscito dalle mura, a pochi chilometri da Siena, a margine di una lottizzazione artigianale da cui si vede la cinta murata di Monteriggioni, quintessenza della compiutezza del paesaggio senese, Butini è stato obbligato alla temerarietà del confronto con l’edilizia produttiva. Appoggiandosi ancora al terreno arcaico, lavorando sul primo lotto affacciato alla strada per Siena, egli insedia un resistente baluardo al quartiere artigianale sviluppando, tra interno ed esterno, una nuova sospensione dello spazio e del tempo.
Paolo Zermani
ISBN 978-88-96067-71-0
Butini appartiene a una generazione di progettisti che nell’ultimo decennio, pur tra molte difficoltà, ha contribuito in modo significativo ad arricchire ed articolare il panorama dell’architettura italiana. Una generazione che ha imparato a selezionare i propri “maestri” e a confrontarsi con la molteplicità di tradizioni che costituiscono la sostanza del moderno.
Marco Mulazzani
Di fronte all'evidente incapacità dell'architetto contemporaneo di riaffermare attraverso il progetto quella natura continuità tra passato e presente, tra ciò che è stato e ciò che può essere, sarà necessario ricollocare alla base della pratica progettuale la capacità d'interrogarsi sulla natura della cose, fino a riconoscere la radice,la forma archetipica dalla quale ripartire, l'origine, che può risiedere nell'architettura antica come nella rovina.
Solo così sarà possibile per tracciare nuove linee di ricerca, libere da virtuosismi linguistici dettati da passeggere necessità espressive, ma piuttosto indirizzate verso il riconoscimento degli da passeggere necessità espressive, ma piuttosto indirizzate verso il riconoscimento degli elementi resistenti sui quali si può ancora appoggiare il progetto. Il paesaggio archeologico, per sua natura stratificato, ci invita a una lettura trasversale delle vicende che hanno prodotto quell'insieme di architetture sovrapposte, di linguaggi e di tecniche costruttive differenti, di materiali nuovi che si alternano a quelli di reimpiego, ai quali è stato affidato il compito di salvare e ribadire una necessaria continuità materiale dell'opera dell'uomo nel tempo.
Paesaggio frammentato che comunica un senso di eterno e provvisorio assieme. Il difficile compito di ricostruzione non potrà attuarsi se non attraverso un principio di “trasmissione” dell'antico al nuovo.
Possiamo pensare, allora, di proseguire il nostro delicato lavoro di ricostruzione, guardando il paesaggio contemporaneo alla stregua di un'opera collettiva, mai compiuta, sulla quale siamo chiamati ad intervenire, modificandola, senza tuttavia, completarla.
ISBN 978-88-960-6776-5
Pubblicazione del progetto: stabilimento e uffici.
ISBN 978-88-045-8873-3
La macchina da presa consente a Michelucci di effettuare un’indagine approfondita sulla natura, sulle qualità e le potenzialità espressive dello spazio architettonico, in una visione dinamica che da sempre caratterizza la sua ricerca. I films realizzati con Sergio Prati pongono l’attenzione su un modello contemporaneo di museo inteso come percorso, come sequenza di spazi collegati a costituire un corpo unico, che si confonde con la città, e propongono congetture sulla possibile reciprocità città-museo o museo-città, sul rapporto tra monumento e città e sul valore dell’opera d’arte, fino a delineare, seppur per frammenti, il vero progetto del museo di Michelucci. Se sull’orizzonte dei documentari si staglia la sagoma degli Uffizi come luogo deputato di ogni pensiero sul museo, in realtà il rapporto con la grande fabbrica non è l’occasione per il materializzarsi più concreto dell’aspirazione michelucciana, poiché i progetti (ben tre) per la fabbrica del Vasari non riusciranno a dispiegare in spazio e forma il concetto che i filmati trasmettono.
ISBN 978-88-6764-103-1





